MITI E LEGGENDE: IL PESCE ROSSO


Quanti di noi associano automaticamente il pesce rosso alla boccia di vetro, alle fiere di paese e alle bustine di plastica in mano ai bimbi con il pesciolino dentro?
Questa specie è sicuramente la più diffusa nelle case e nei negozi, ma troppo spesso non vengono garantite le attenzioni necessarie ad un animale che viene spesso acquistato a cuor leggero.
Innanzitutto cerchiamo di capire chi è l’ospite che portiamo in casa.
La maggior parte delle volte l’esemplare che acquistiamo è un “Carassius Auratus”, pesce originario dell’Asia orientale, allevato in Cina dal X secolo, e diffusosi ai nostri giorni negli allevamenti di tutto il mondo.
In natura si trova nelle acque fredde di fiumi e laghi, fino a circa 20 metri di profondità, e può arrivare anche a 60cm di lunghezza. La sua dieta è a base di piccoli crostacei e insetti ed è un pesce molto prolifico, con una aspettativa di vita media di 15 anni.

Ma analizziamo quanto detto fino, ad ora: le informazioni acquisite ci fanno ancora pensare che sia un pesce  “da boccia”?

Temperatura: è un pesce d’acqua fredda, quindi la prima cosa che viene in mente è che si possa risparmiare sulla tecnica della vasca che lo ospiterà … ma cosa succede se, in estate ad esempio, le temperature si alzano? Cosa accade ad una vasca (o aihmè, ad una boccia) esposta alla luce diretta del sole d’agosto che fa capolino dalla finestra?
Nella migliore delle ipotesi l’effetto della temperatura accelera il metabolismo dell’animale, influendo negativamente sulla sua aspettativa di vita, ma spesso gli sbalzi termici possono essere fatali per il nostro amico!


Dimensioni: come abbiamo detto, alcune varietà in natura possono crescere ben oltre le capacità delle comuni ampolle! Esiste un dibattito abbastanza acceso su quanto le dimensioni della vasca agiscano sullo sviluppo dell’animale, il quale potrebbe incorrere nel fenomeno del “nanismo indotto”, ovvero la crescita inadeguata dovuta allo spazio angusto a disposizione. Per quanto non ci sia una conferma precisa di questa patologia, si è data una indicazione di massima nel mondo acquariofilo ( a mio avviso insufficiente) che prevede di garantire almeno 30lt per ciascun esemplare.

Dieta: in natura non si nutre certo delle scagliette o del granulato, ma è pur vero che non tutti possono fornire cibo vivo al proprio ospite. L’ideale sarebbe integrare una dieta a base di granulato (non scaglie, in quanto tendono a marcire e soffrono dell’umidità che può presentarsi nel contenitore una volta aperto) con mangime fresco o congelato (gamberetti o artemie ad esempio) e verdure sbollentate come zucchine e piselli.
Riproduzione: come abbiamo detto, in condizioni ottimali è un pesce molto prolifico. Raggiunge la maturità sessuale intorno ai 2 anni, e si riproduce in primavera/estate con temperature superiori ai 16 gradi. Siamo sicuri di avere abbastanza spazio per ospitare eventualmente una prole abbondante? In alternativa abbiamo la possibilità di regalare gli esemplari in eccesso a qualcuno che possa accudirli?

Longevità: se l’habitat che ha a disposizione è confortevole e le cure adeguate, questo pesce potrà farci compagnia per molti anni, prendiamola come una responsabilità!

Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, immagino che vi starete domandano, in definitiva, quale sia il modo giusto di ospitare ed allevare questo splendido animale.
L’ideale sarebbe avere a disposizione un laghetto artificiale abbastanza grande e ricco di vegetazione, con un buon ricambio d’acqua, profondo e confortevole!
Ovviamente non tutti hanno questa possibilità, ma si può tranquillamente allestire una vasca con i giusti accorgimenti!
Ipotizziamo di voler iniziare con cinque ospiti, in primis per garantire loro compagnia e, quindi, per avere qualche buona possibilità di avere una coppia.
La vasca ideale dovrebbe essere di circa 150lt e, nel caso dei carassi, può anche essere un cubo.
Il fondo va scelto con granulometria non troppo fine e soprattutto i grani non devono essere taglienti, dal momento che questi pesci amano grufolare sul fondo.
Consiglio di pensare ad un allestimento ricco di piante vere, per garantire una buona ossigenazione, un abbattimento degli inquinanti, un riparo per gli avannotti e, in ultimo un gran bel colpo d’occhio! In tale ottica, utilizzate un fondo fertile, magari ricoperto da un altro inerte con la granulometrie e la resa cromatica che preferite. Scegliete quindi piante resistenti come le Anubias, la Rotala e alcune Ludwigia, i rossi sono curiosi e proveranno ad “assaggiare” le altre!
Cercate di porre attenzione all’impianto luci: le piante descritte non sono particolarmente esigenti, ma se la vasca è alta (diciamo dai 50cm) è fortemente consigliato, se utilizzate T5, avere un rapporto di almeno 1w/lt, con uno spettro luminoso compreso tra i 5000°k e i 7000°k, con un fotoperiodo medio di 8 ore.
Arricchite l’allestimento con pietre e radici, per fornire nascondigli e percorsi che stimolino i pesci.
Assicurati di avere un filtro leggermente sovradimensionato, da un lato per garantire un buon flusso d’acqua, dall’altro perché sono animali che sporcano parecchio!
A questo punto non vi resta che instaurare un feeling con loro.
Tenete presente che, contrariamente a quanto dicono in molti, sono pesci che reagiscono agli stimoli associando situazioni e reazioni, riconoscono i loro simili e le persone e possono addirittura essere addestrati a svolgere compiti elementari!

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